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mercoledì 29 gennaio 2014

Segnalazione luminosa guasta da anni per la "curva della morte"


È di pochi giorni fa la notizia dell'ennesimo, tragico incidente avvenuto nella cosiddetta "curva della morte" del viale Mediterraneo, a Catania.

Certamente non renderà la curva meno pericolosa, ma sicuramente potrà richiamare maggiore attenzione agli automobilisti la riattivazione della segnaletica luminosa posta circa 200 metri prima della curva: il cartello, che avvisa l'approssimarsi della curva pericolosissima, infatti, sarebbe illuminato da appositi neon, inopinatamente spenti da anni, al pari delle luci gialle lampeggianti ai lati del cartello.  

La diramazione A18 è gestita dall'Anas, pertanto da questa ci si attende la riattivazione dei sussidi luminosi.


giovedì 23 gennaio 2014

Parcheggi interrati, sì o no?

C'è attesa a Catania per conoscere le sorti del piano dei parcheggi interrati, nato ai tempi dell'amministrazione Scapagnini e che, oggi, vede realizzato solo uno degli otto ipotetici parcheggi pertinenziali inizialmente previsti, ovvero il parcheggio Europa, sito nell'omonima piazza, con accesso da Piazza Leonardo Sciascia.
Un parcheggio che, com'è noto, tante polemiche ha suscitato poiché ospita anche alcuni esercizi commerciali, per dare luce ai quali è stato vistosamente ridotto lo spazio in superficie alla quota più alta della struttura. Una soluzione che causò, oltretutto, lo stop prolungato ai lavori per alcuni anni, con tutti i disagi che ne conseguirono.


Dell'argomento ci eravamo occupati circa un anno fa, pubblicando un resoconto che faceva seguito a un incontro con l'amministrazione comunale di allora, sindaco Stancanelli.

Oggi, però, è da registrare l'opposizione al piano da parte della federazione catanese di Sel, che rivolge un appello al sindaco, Avv. Enzo Bianco, e all'Assessore alle Infrastrutture e Grandi Opere e Lavori Pubblici, Ing. Luigi Bosco, affinché i parcheggi interrati non vengano realizzati, poiché ritenuti "dannosi" per la comunità. Dall'appello si salva solo il parcheggio Sanzio che, però, non è previsto come parcheggio pertinenziale bensì come scambiatore, e quindi di diversa tipologia.




Questo blog, assolutamente apartitico e che non giudica le idee in base alla loro provenienza politica o simpatie ma  semplicemente in base alla loro bontà, chiaramente basandosi sulla competenza tecnica e sulla professionalità di chi scrive, propone oggi una nuova riflessione su questo tema.


Innanzitutto va fatta una distinzione fondamentale tra parcheggi di tipo scambiatore e parcheggi di tipo pertinenziale. I primi, di grande capacità, sono generalmente periferici o semiperiferici e devono essere localizzati in corrispondenza del passaggio e/o dei capilinea dei mezzi pubblici (bus, metro) come, ad esempio, i grandi parcheggi di Fontanarossa, Nesima e, in futuro, Sanzio. Di questi tre, ad oggi, Fontanarossa non scambia, Nesima sì, ma con bus troppo poco frequenti (né è fisicamente collegato alla costruenda, omonima stazione della metro: grave) e Sanzio non dispone ancora dell'infrastruttura. Ma, sulla carta, con i giusti interventi di completamento ed interscambio, sono tutti esempi di parcheggi scambiatori molto utili per la mobilità cittadina, in grado di intercettare e bloccare una consistente mole di traffico privato, da trasferire sui mezzi pubblici con evidenti vantaggi.
I parcheggi pertinenziali, invece, sono di capacità molto inferiore, perché non devono fungere da "porto" per le macchine, ma devono essere in grado di offrire una disponibilità di poco superiore a quella che troviamo solitamente in superficie, la quale, contestualmente, può -anzi, deve- essere riqualificata con interventi importanti di pedonalizzazione, arredo urbano e spazi dedicati a piste ciclabili e a esclusiva pertinenza del mezzo pubblico. Questi parcheggi, quindi, non sono affatto dannosi né sotto il profilo tecnico, perché ovviamente realizzati con tutti gli accorgimenti strutturali obbligatori per legge, sia per la sicurezza del parcheggio in sé, sia degli edifici vicini, né sotto il profilo della mobilità cittadina, perché non diventano polo di attrazione, ma sono semplicemente luogo di trasferimento della sosta (il più delle volte "selvaggia", oltretutto) dalla superficie al livello ipogeo, liberando e riqualificando lo spazio alla quota stradale. L'utenza privilegiata sarebbe quella di chi vive e lavora in prossimità di queste strutture, perché non si offrono capacità di posti auto particolarmente elevate e si libera spazio in superficie per il mezzo pubblico che diventa, così, più efficiente, appannaggio dell'utenza di passaggio.





È chiaro che si sta parlando di strutture destinate esclusivamente al ricovero di veicoli, assolutamente prive di spazi commerciali! In molte città estere o anche italiane, spesso, non si percepisce neanche la presenza dei parcheggi interrati, pur molto diffusi: appaiono come piazze o strade estremamente ordinate ed arredate, senza sosta di auto in superficie, dove gli unici elementi che li denunciano sono le rampe di ingresso/uscita e l'ascensore.
Comprensibile che l'esperienza del parcheggio Europa possa aver trasmesso ostilità nei confronti di questa tipologia di strutture, perché si è trattato di un cantiere che si è trascinato per anni e con la realizzazione di (inutili?) spazi commerciali a discapito della piazza stessa. Chiaramente un caso da non ripetere.
È pure evidente, infine, che la localizzazione di questi parcheggi riguarda al massimo aree in prossimità del centro, perché nessuno si sogna di realizzare parcheggi interrati in piazza Duomo o in piazza Università, ad esempio. Oltretutto ci si augura una sempre più crescente pedonalizzazione del centro storico (ma non soltanto).
In conclusione si ritiene che i parcheggi interrati, realizzati con i giusti criteri, non solo non siano dannosi, ma possano rivelarsi -anzi- estremamente utili, insieme con il miglioramento del trasporto pubblico locale, l'incremento delle piste ciclabili e delle pedonalizzazioni. La strada della concertazione e del confronto con le forze sociali e professionali è giusta e, se scevra di pregiudizi, può legittimamente portare a riconsiderare la validità di un piano di parcheggi interrati in città, con le dovute attenzioni, valutando ogni specificità.

giovedì 16 gennaio 2014

Rilascio biglietti bus/metro: indicazioni carenti, ecco come migliorarle


Ad oggi sono ancora molti i cittadini catanesi che non sono a conoscenza della possibilità di acquistare i biglietti dell'autobus Amt presso le colonnine di SoStare, diffuse in modo capillare su tutto il territorio cittadino. È una possibilità molto utile perché, a differenza delle rivendite tradizionali, funzionano 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Ancor meno nota, oltretutto, è l'integrazione tariffaria e di bigliettazione bus Amt - metro Fce: è possibile utilizzare il biglietto dell'autobus sulla metropolitana e viceversa, nell'arco di tempo di validità del biglietto.

A tal proposito, ecco il suggerimento di due piccoli, semplici interventi volti a venire incontro all'utenza e a rendere più visibili e conosciuti i servizi resi.

1) Tutti i cartelli gialli di SoStare indicano la possibilità di acquistare il biglietto per la sosta del mezzo privato. Lo stesso cartello dev'essere arricchito aggiungendo i loghi dell'Amt e della Metro di Fce, per indicare la possibilità di acquistare anche i biglietti per i mezzi di trasporto pubblico;



2) Sulla pulsantiera della colonnina di SoStare, alla voce "biglietto bus", basta semplicemente aggiungere "metro", per indicare la validità di quel titolo di viaggio su entrambe le tipologie di trasporto pubblico.


giovedì 9 gennaio 2014

Rubano pure gli alberi dalle aiuole. Povera Catania!

Poco più di un anno fa, nel dicembre del 2012, un gruppo di cittadini volontari amanti della propria città (tra cui lo scrivente), decideva di fare un regalo a Catania ripulendo una vasta aiuola e mettendo a dimora numerose piante, visto che fino ad allora, lì, erano presenti solamente erbacce, sterpaglie e spazzatura. Tempo e fatica messi a disposizione con gioia per migliorare un angolo della città.
Si trattava dell'intervento avvenuto in viale Africa e ampiamente documentato già in questo stesso blog. Non il primo intervento di questo tipo e non l'ultimo, ad opera dello stesso gruppo di ragazzi.

È già successo che fiori e piccole piante fossero stati asportati da ignoti, gente gretta capace di rovinare e vanificare così piccoli doni di bellezza per la città, in seguito a interventi analoghi effettuati anche in altri siti (ad esempio in via Caronda, nella rotatoria, o presso le fioriere di San Giovanni li Cuti).

Ma mai era successo che a essere rubati fossero addirittura degli alberelli, visto che in questo caso si tratta degli ulivi che, piantati già in dimensioni significative, qui avevano ormai messo radici profonde.

Significa che c'è stato un intervento premeditato, organizzato, da parte di gente che si è portata appresso tutti gli strumenti utili per poter asportare le piante con tutto l'apparato radicale, confidando nell'impunità e nel buio: l'area, già di per sé scarsamente illuminata, offre un'ulteriore barriera visiva per via di un muretto di cemento che corre lungo tutto il lato sud, residuo di un cantiere precedente. A proposito di questo muro, ricordiamo che esattamente un anno fa, l'amministrazione comunale di allora comunicava di averne richiesto la rimozione alla Ferrovia Circumetnea, proprietaria. Lo scopo era rendere visibile l'aiuola ed evitare che si vi si accumulassero i rifiuti sospinti dal vento. Ma questo muretto non è stato mai rimosso (anche l'amministrazione attuale era stata messa al corrente) e chissà che non abbia in qualche modo agevolato l'opera dei delinquenti, visto che un altro ulivo, più in vista perché dal lato opposto dell'aiuola, senza barriere visive, è stato risparmiato.

Quel che resta oggi, tristemente, sono le buche: eccole nelle foto che Daniele Trovato, uno dei volontari autori dell'intervento, ha scattato oggi, non senza comprensibile rabbia e disgusto.

C'era una volta un ulivo.
Sullo sfondo, il muretto "complice del furto"

Due buche si susseguono dove prima c'erano alberi



Catania è anche questa, purtroppo. Anzi, visto che la parte che vince e prevale, alla fine, è solo una, possiamo semplicemente dire: Catania è questa

Ma questo non significa che le cose non possano cambiare in meglio, a maggior ragione con la solidarietà e con il sostegno di quella parte di Catania civile e di buona volontà che costituisce ancora la maggioranza. Qui il link per conoscere e sostenere, ancor di più in casi come questo, il gruppo di volontari dal pollice verde Guerrilla Gardening Catania.

venerdì 3 gennaio 2014

Corso Martiri della Libertà: le immagini del progetto aggiornato

Mentre in città si discute su come proseguire nell'operazione di riqualificazione di Corso Martiri della Libertà, il progetto di Mario Cucinella si arricchisce di nuovi particolari e di alcune variazioni architettoniche.

Il sito ufficiale di MCArchitects, infatti, ha pubblicato nuovi render e foto di un nuovo plastico che, di fatto, sostituisce quello precedentemente presentato alla città. Le riportiamo qui:














Tra le differenze principali, notiamo la rimodulazione della presenza dell'acqua, una più precisa distribuzione dei giardini pensili, alcune modifiche alla forma degli edifici: è diventato appuntito quello in prossimità di piazza Giovanni XXIII, ha assunto forme curvilinee, invece, uno dei due posti in prossimità di via Monsignor Ventimiglia (l'altro è stato "integrato" nel corpo dell'edificio che si estende orizzontalmente da est verso ovest).

Appare con maggiore chiarezza, inoltre, l'aspetto ecosostenibile dell'intervento, attraverso schemi rappresentativi di facile lettura.

Interessante notare come l'architetto si sia voluto spingere oltre l'area d'intervento, coinvolgendo anche piazza Giovanni XXIII, piazza della Repubblica e aree limitrofe (con la sede del mercato): un "regalo" che auspichiamo possa essere colto da Comune e privati, per una più completa e sensata opera di riqualificazione urbana tanto funzionale quanto estetica.

Corso Martiri della Libertà tra presente e futuro

La riqualificazione del Corso Martiri della Libertà a Catania è un tema che tiene banco da anni in città. Il grande rettilineo che collega Piazza della Repubblica, porta est di Corso Sicilia, a Piazza Giovanni XXIII, sede della Stazione Centrale delle Ferrovie dello Stato, è oggetto, com'è noto, di un grandioso progetto ad opera dell'Architetto Mario Cucinella.

Di questo tema ci eravamo già occupati a novembre 2012, quando era stato annunciato il compimento di tutti gli atti burocratici propedeutici, e pochi mesi dopo, quando l'allora sindaco Stancanelli aveva annunciato l'imminente avvio dei lavori: in questa occasione venivano esposte anche considerazioni importanti sulla valenza dell'opera e su prestigio e autorevolezza del progettista.

I lavori, tuttavia, non sono ancora cominciati. Dal Comune di Catania si viene a conoscenza che ad oggi non è stata avanzata alcuna richiesta di concessione edilizia da parte dei privati possessori delle aree, i quali temporeggiano, forse, in attesa di tempi migliori, data la crisi generale.
Intanto la giunta cittadina, che nel frattempo è cambiata, è intenzionata a far transitare dal Consiglio Comunale il piano di riqualificazione ed il primo cittadino Bianco ha espresso più di qualche perplessità non tanto sulla qualità dell'opera, quanto sulla destinazione d'uso a centro commerciale (che è quella prevalente, ma non l'unica).

Indubbiamente Catania è una città dove i grandi centri commerciali abbondano ed il settore, in questi ultimi tempi, ha risentito e risente ancora della crisi internazionale. Ma, crisi a parte, il numero di siti simili appare già notevole: basti citare i colossi Etnapolis, Porte di Catania, I Portali insieme con Le Zagare, Centro Sicilia.

Corso Martiri della Libertà, però, prevede, com'è giusto che sia, altre funzioni oltre quella commerciale. Ovvero residenziale, ricettiva, museale, attività del tempo libero (cinema e teatro) con una notevole dotazione di verde pubblico. Un asse pedonale che sarebbe come un oasi nel caos cittadino. Inoltre, si trova nel cuore della città di Catania, dunque in pieno centro ad alta densità abitativa, collegato eccellentemente attraverso mezzi pubblici su gomma e, soprattutto, su ferro: alla Stazione Centrale delle Ferrovie dello Stato si aggiungeranno, infatti, le limitrofe due stazioni della metropolitana di Giovanni XXIII (nell'omonima piazza) e Stesicoro (nel vicino Corso Sicilia).

Bloccare il progetto avrebbe pesanti ripercussioni sul piano legale e sulla tempistica per la riqualificazione.
Ma una soluzione potrebbe essere quella di intaccare minimamente l'aspetto architettonico dell'opera (che appare di notevole qualità), intervenendo piuttosto sulle destinazioni d'uso: ridurre le superfici commerciali appannaggio di spazi per la cultura, per lo sport, per sedi di fondazioni e associazioni con possibilità di aree espositive, temporanee e permanenti, mediateche. Tutte attività che potrebbero essere comunque remunerative per chi investe, condizione ovviamente necessaria per la sostenibilità economica.
Sarebbe interessante ed opportuno effettuare un sondaggio, a livello internazionale, per vagliare la possibilità di coinvolgere istituti e fondazioni, come ad esempio la Guggenheim Foundation, per le quali si metterebbe a disposizione una sede di sicuro prestigio, trattandosi di una vasta area urbana italiana totalmente ideata e progettata nel XXI secolo: quasi un unicum a livello nazionale, luogo che senza difficoltà può divenire fortemente attrattivo anche a livello turistico.

Intanto, possiamo divertirci mettendo a confronto lo stato attuale dell'area, fortemente degradato, con le immagini virtuali pubblicate recentemente sul sito ufficiale di M C Architects:







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