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giovedì 27 febbraio 2014

Piazza Europa, a quando il ripristino dei marciapiedi?

Sono passati quasi tre mesi da quando piazza Europa è stata riconsegnata alla città, insieme con piazza Leonardo Sciascia, in seguito alla realizzazione del parcheggio interrato.

Tuttavia non sono ancora stati eseguiti alcuni obbligatori lavori di ripristino. Sul lato sud-ovest della piazza, ovvero lungo l'area di proprietà delle Ferrovia dello Stato, il marciapiede fu notevolmente accorciato, in larghezza, poiché i cantieri aperti e la relativa recinzione occupavano parte della carreggiata e, quindi, per evitare la riduzione del numero di corsie, fu eliminata parte del marciapiede sul lato opposto.

Ad oggi, però, il marciapiede in questione non è mai stato ripristinato. Occorre provvedere al rifacimento di buona parte della pavimentazione, ricollocare l'originaria bordatura in pietra lavica (provvisoriamente sostituita da una bordatura in cemento a vista) e ripristinare il passaggio pedonale: quest'ultimo era stato deviato su alcune mattonelle di cemento, nel frattempo, in buona parte, saltate, tagliando così le aiuole, alle quali va ripristinato, a loro volta, parte della originaria bordatura in pietra bianca.
Contestualmente, il marciapiede andrebbe anche nuovamente allargato, sebbene, forse, rimanendo un po' meno largo dell'originario: questo dipende dal dimensionamento delle corsie della carreggiata, sulla quale, oltretutto, non è ancora stata disegnata la segnaletica orizzontale definitiva.









Occorre ricordare che questo marciapiede è il passaggio obbligato per chi proviene a piedi dal viale Africa (e dalla futura stazione metropolitana "Europa" del passante ferroviario) e vuole dirigersi al lungomare, passando da piazza Leonardo Sciascia (questa, si ricorda, è la denominazione del "lato mare di piazza Europa"). A proposito, che fine ha fatto la targa di marmo riportante tale denominazione? Come mai non è stata ripristinata la fontanella di acqua potabile, prima esistente?

venerdì 21 febbraio 2014

Ordine e verde alla Cittadella Universitaria

Sono in atto begli interventi all'interno della Cittadella Universitaria di Catania, dove finalmente è stato debellato il fenomeno della sosta selvaggia dei veicoli.




Negli ultimi tempi sono stati piantati molti alberi e altri ancora ne vengono collocati, come testimonia questa foto di giovedì 20 febbraio 2014: 



Inoltre, sono in corso di realizzazione dei percorsi all'interno degli ampi spazi verdi, veri e propri piccoli parchi, che nel frattempo vengono migliorati e implementati con nuove piante ed altri alberi:










giovedì 20 febbraio 2014

Anfiteatri e disinformazione: un po' di chiarezza

Una recente notizia sul Quotidiano di Sicilia apre scenari inquietanti su Catania.
Una fondazione ha proposto un "restyling per valorizzare uno dei monumenti più importanti della città", che "prospettava in successive fasi la possibilità di ripristinare le gallerie sotterranee di collegamento tra Anfiteatro e Teatro greco-romano" mediante un concorso di idee rivolto a giovani architetti, dandosi disponibile al versamento di 20.000 € per la realizzazione del progetto e di 5.000 € da darsi al vincitore del concorso. La fondazione avrebbe trovato però ostacoli nella "lentezza e la farraginosità della burocrazia", che da ottobre ad oggi avrebbe rallentato un iter che si vorrebbe ripartisse quantomeno a Pasqua, affinché l'anfiteatro si presenti in "una piazza Stesicoro a misura di visitatore".
Dunque una pregevole iniziativa, consistente nel "finanziamento di 25 mila euro complessivi" per aprire il sottosuolo catanese, sarebbe ferma per una lenta burocrazia. La notizia sembrerebbe fermarsi qui, insieme al progetto.
L'Anfiteatro.
Tuttavia, tra le righe, si percepiscono vicende leggermente diverse.
Anzitutto una precisazione tecnica.
Nel sottosuolo di Catania non esistono e mai sono esistite gallerie ipogee che mettano in comunicazione Teatro e Anfiteatro. Questa leggenda metropolitana (perché di ciò si tratta) è legata alla famosa scolaresca perduta nella fantomatica Catania vecchia, leggenda peraltro comune in tutte le città che abbiano un sottosuolo archeologico. Tutto intorno alle strutture sepolte dell'Anfiteatro, infatti, vi sono solo ed esclusivamente macerie, depositi stratigrafici e soprattutto fondamenta degli edifici visibili in superficie. Niente gallerie, dunque, nessun corridoio né sottopassaggio che camminerebbe addirittura per ben 700 metri al di sotto delle strade superficiali. Un corridoio che si presumerebbe voluto dai Romani. Peccato che all'epoca romana quelle che oggi sono macerie erano alla luce del sole e dunque non vi era motivo alcuno di costruire gallerie al chiuso. La fantasiosa visione di una città sotto la città ricorda molto le storie degli alligatori e delle civiltà di mutanti sotto le fogne e dentro le gallerie della Metropolitana di New York.
A voler essere pignoli, in una foto di corredo all'articolo si può vedere "uno dei sotterranei".
Non facciamo fatica a riconoscere il primo ambulacro dell'Anfiteatro, null'altro che il corridoio ellittico che girava intorno all'arena. La foto inoltre non illustra una parte nascosta o vietata al pubblico, ma in pratica tutto ciò che c'è di visitabile al momento dell'edificio!
Primo ambulacro dell'Anfiteatro, spacciato per cunicolo sotterraneo.
Ma fingendo possa esistere una serie di cunicoli non romani capaci di mettere in comunicazione i due grandi edifici teatrali della città antica, viene spontaneo chiedersi, per sgomberarli e creare un percorso fruibile, basterebbero 25.000 euro? La risposta viene da sé. Leggiamo sul web che per un progetto esistente destinato ad aprire il solo Portico dell'Atleta, dove "i lavori da fare sono pochi", servono circa 30.000 euro. E il Portico si trova tra Anfiteatro e Teatro. E il Portico occupa meno di un decimo della lunghezza complessiva dei presunti cunicoli. Dunque ci chiediamo come farebbero "25 mila euro complessivi" a bastare per un progetto così ambizioso.
Ma notiamo inoltre una incongruenza nell'articolo del Quotidiano. Dei 25.000 €, 5 mila sono destinati a premiare il vincitore del concorso di architettura. Dunque, con i rimanenti 20.000 si dovrebbe finanziare il progetto. Questo ci fa chiedere cosa si possa realizzare con questo budget.
Abbiamo chiesto ai diretti interessati, ossia il Museo Regionale-Parco Archeologico di Catania.
"Ben poco" è la replica, "l'Anfiteatro è un monumento che sta crollando e che avrebbe bisogno di milioni di euro. Con 20 mila euro si può fare solo la garitta dei custodi e poco altro".
Resti dell'edificio in vico Anfiteatro. Di sopra è ben visibile il recente terrapieno del giardino della Facoltà di Giurisprudenza, i cui vistosi tubi di scolo delle acque pluvie in plastica si aprono sull'area archeologica.
Dunque, prendiamo qualche informazione in più sulla vicenda e scopriamo una cosa interessante. La Fondazione Etica & Valori - Marilù Tregua è in pratica una filiazione del medesimo Quotidiano di Sicilia, dedicato alla giornalista e amministratore delegato Marilù Tregua, prematuramente scomparsa nel 2011. La fondazione, precisiamo dai nobili propositi e intenti, è stata fondata dal padre Carlo Alberto, direttore del medesimo Quotidiano.
Dunque nulla di strano che sul Quotidiano si dia ampio spazio alla notizia e nulla di strano che si possano compiere distrazioni come nel ritenere bastevoli 20 mila euro per progetti ambiziosi o peggio ancora che esistano davvero gallerie sotterranee ostruite che la burocrazia impedisce di sgomberare.
A questo punto indaghiamo più a fondo e scopriamo che alla Fondazione era stato concesso di sostituire la garitta in prefabbricato con una struttura più decorosa e provvedere al ripristino dell'illuminazione vandalizzata, concedendo all'interno un manifesto pubblicitario di formato A3. Tale concessione, pare, non è stata accettata dalla stessa Fondazione il cui intento a questo punto rimane poco chiaro: vuole compiere una donazione sì o no?

Davanti a proposte, rimpalli, disinformazioni varie intanto vi è l'Anfiteatro, uno dei pochi edfici superstiti della Catania romana, la cui apertura rimane e rimarrà parziale a lungo, almeno fino a quando non si risolveranno i problemi seri che colpiscono l'edificio. Come un pericolante ponticello presso la sacrestia della chiesa di San Biagio, come gli scarichi fognari di alcuni privati le cui abitazioni si affacciano su via del Colosseo, su via Penniniello e su via Manzoni, come gli scarichi e il terrapieno della facoltà di Giurisprudenza.
Un Anfiteatro che non può essere fruibile fintanto che le strutture soprastanti continueranno a ritenerlo un vuoto a perdere, una fondazione che non accetta di sistemare una garitta, un bene patrimoniale che corre il rischio di crollare, un giornale che compie disinformazione. Tanti elementi per lasciare un vuoto, in piazza Stesicoro, la cui funzione spesso è ignota ai catanesi stessi.

martedì 11 febbraio 2014

Cronaca di un giardiniere improvvisato

Viale Fleming, ore 12:45.
Aiuola spartitraffico di viale Fleming, oggetto della pulizia del gruppo.
Un forumer di SkyscraperCity inizia timidamente a ripulire l'aiuola spartitraffico ormai ufficialmente adottata dal gruppo di Guerrilla Gardening - Catania (che ricordiamo essere composto da cittadini totalmente volontari e autofinanziati, membri del gruppo facebook CATANIA,  del forum di Architettura SkyscraperCity, di BlogCatania.com e di questo stesso Blog). Ogni tanto gruppi di studenti diretti chissà dove e provenienti dalla Cittadella Universitaria si voltano a guardare per un attimo quel giardiniere improvvisato intento a estirpare la vegetazione spontanea che ha offuscato il disegno verde realizzato tempo prima.
Dopo la pulizia.
Fogli di giornale, una lattina, una bottiglia di birra vuota, mozziconi di sigarette e persino un pannolino ricordano tristemente al volontario il grado di civiltà di certuni, incapaci di considerare il verde una risorsa e non una pattumiera. Tra la spazzatura e la gramigna, il nostro continua imperterrito il suo umile lavoro non retribuito se non con il piacere di aver regalato ancora una volta un sorriso verde alla città.
L'aiuola riprende forma.
Ma il sorriso più bello è quello rosso a punti neri che la natura ha voluto omaggiare al piccolo giardiniere improvvisato. Uno stuolo di coccinelle, coleotteri delicati, puntellavano le piante dell'aiuola, anticipando la Primavera e incuriosendo il volontario. Le coccinelle, da poco oltre un decennio, hanno lasciato la città per via dei rumori molesti, dell'inquinamento e del sempre più raro verde. Vederne così tante concentrate in questa aiuola può solo essere una conferma del buon lavoro fatto dai volontari e di come questo venga prontamente ripagato! Contribuendo infatti al mantenimento del verde, la natura si è riappropriata di questo fazzoletto di terra, ripopolandola di piccoli animali che altrove vanno via via scomparendo, cacciati da ruspe, cemento e automobili.
Una coccinella, indice ecologico.
Il tempo passa.
Sono le 13:20 e giungono sul posto altri due volontari. Il lavoro è relativamente poco, le piante regalate alla città stanno e procedono bene. Tranne una piccola palma, forse per via della poca terra, la quale da un po' rimaneva secca, morta, circondata dalla gramigna e dai trifogli. Per il resto yucche, palme, portulacarie, oleandri, malvarose, il melograno e le altre piante, aiutate dalla corteccia adagiata all'occorrenza precedentemente, sono vive e rigogliose.
La profumatissima malvarosa.
Si aggiunge il quarto volontario e la squadra è al completo.
Nel fitto della vegetazione si nascondono le piante accuratamente posizionate dalle precedenti azioni di guerrilla gardening, ma anche bizzarre sorprese depositate da chi ritiene che un po' di spazzatura valga quanto una piantina.
Una delle palme ricca di nuove foglie.
Si butta via davvero di tutto!
Il melograno, carico di nuove gemme.
I quattro ragazzi, quattro giardinieri, quattro volontari, con in mano guanti e zappe, in breve tempo chiudono l'opera. L'aiuola ancora una volta è pulita. Il verde vince ancora. Il piccolo giardiniere improvvisato - contento, un po' stanco, ma contento - recupera lo zaino, saluta gli altri e se ne va. Con un nuovo sorriso, ancora una volta regalato alla città. Un omaggio del Guerrilla Gardening Catania.

Tondo Gioeni - un aggiornamento fotografico

La rotonda del Tondo Gioeni va prendendo forma. Come previsto, sostituendosi al ponte e al sottopasso essa consentirà di veicolare il traffico delle arterie principali di questa area della città: in direzione nord-sud mediante l'asse via Etnea-via del Bosco; in direzione est-ovest mediante i viali della circonvallazione.
Il progetto è stato ritoccato in più parti per adattare la rotatoria alle esigenze stradali, giungendo allo stato attuale dell'opera.




I tempi per la conclusione dei lavori si direbbero sempre più ridotti, sebbene forse siano durati più del previsto e certamente più di quanto auspicato nelle prime stime trasmesse agli organi di stampa.
Per chi dovrà salire in direzione Canalicchio verrà invertito il senso di marcia del primo tratto di via del Bosco, che un tempo portava al sottopasso poco prima di unirsi alla via Etnea, permettendo così di salire in direzione nord, incrociando le vie Matteo Albertone verso est e Petraro verso ovest. Dalla prima sarà possibile salire per via Petra dell'Ova, bypassando l'attuare invertitore di marcia sito nei pressi della sede del quotidiano locale "La Sicilia", fin ora addetto allo smaltimento del traffico in direzione Canalicchio; da via Petraro si potrà prendere via Passo Gravina.
Dallo stato dell'arte attuale sembra che si sia definitivamente rinunciato alla realizzazione della fontana centrale, optando per un abbellimento a verde, forse più consono al sito, introducendo prospetticamente la via Albertone dov'è l'ingresso monumentale al Parco Gioeni.
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