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giovedì 23 gennaio 2014

Parcheggi interrati, sì o no?

C'è attesa a Catania per conoscere le sorti del piano dei parcheggi interrati, nato ai tempi dell'amministrazione Scapagnini e che, oggi, vede realizzato solo uno degli otto ipotetici parcheggi pertinenziali inizialmente previsti, ovvero il parcheggio Europa, sito nell'omonima piazza, con accesso da Piazza Leonardo Sciascia.
Un parcheggio che, com'è noto, tante polemiche ha suscitato poiché ospita anche alcuni esercizi commerciali, per dare luce ai quali è stato vistosamente ridotto lo spazio in superficie alla quota più alta della struttura. Una soluzione che causò, oltretutto, lo stop prolungato ai lavori per alcuni anni, con tutti i disagi che ne conseguirono.


Dell'argomento ci eravamo occupati circa un anno fa, pubblicando un resoconto che faceva seguito a un incontro con l'amministrazione comunale di allora, sindaco Stancanelli.

Oggi, però, è da registrare l'opposizione al piano da parte della federazione catanese di Sel, che rivolge un appello al sindaco, Avv. Enzo Bianco, e all'Assessore alle Infrastrutture e Grandi Opere e Lavori Pubblici, Ing. Luigi Bosco, affinché i parcheggi interrati non vengano realizzati, poiché ritenuti "dannosi" per la comunità. Dall'appello si salva solo il parcheggio Sanzio che, però, non è previsto come parcheggio pertinenziale bensì come scambiatore, e quindi di diversa tipologia.




Questo blog, assolutamente apartitico e che non giudica le idee in base alla loro provenienza politica o simpatie ma  semplicemente in base alla loro bontà, chiaramente basandosi sulla competenza tecnica e sulla professionalità di chi scrive, propone oggi una nuova riflessione su questo tema.


Innanzitutto va fatta una distinzione fondamentale tra parcheggi di tipo scambiatore e parcheggi di tipo pertinenziale. I primi, di grande capacità, sono generalmente periferici o semiperiferici e devono essere localizzati in corrispondenza del passaggio e/o dei capilinea dei mezzi pubblici (bus, metro) come, ad esempio, i grandi parcheggi di Fontanarossa, Nesima e, in futuro, Sanzio. Di questi tre, ad oggi, Fontanarossa non scambia, Nesima sì, ma con bus troppo poco frequenti (né è fisicamente collegato alla costruenda, omonima stazione della metro: grave) e Sanzio non dispone ancora dell'infrastruttura. Ma, sulla carta, con i giusti interventi di completamento ed interscambio, sono tutti esempi di parcheggi scambiatori molto utili per la mobilità cittadina, in grado di intercettare e bloccare una consistente mole di traffico privato, da trasferire sui mezzi pubblici con evidenti vantaggi.
I parcheggi pertinenziali, invece, sono di capacità molto inferiore, perché non devono fungere da "porto" per le macchine, ma devono essere in grado di offrire una disponibilità di poco superiore a quella che troviamo solitamente in superficie, la quale, contestualmente, può -anzi, deve- essere riqualificata con interventi importanti di pedonalizzazione, arredo urbano e spazi dedicati a piste ciclabili e a esclusiva pertinenza del mezzo pubblico. Questi parcheggi, quindi, non sono affatto dannosi né sotto il profilo tecnico, perché ovviamente realizzati con tutti gli accorgimenti strutturali obbligatori per legge, sia per la sicurezza del parcheggio in sé, sia degli edifici vicini, né sotto il profilo della mobilità cittadina, perché non diventano polo di attrazione, ma sono semplicemente luogo di trasferimento della sosta (il più delle volte "selvaggia", oltretutto) dalla superficie al livello ipogeo, liberando e riqualificando lo spazio alla quota stradale. L'utenza privilegiata sarebbe quella di chi vive e lavora in prossimità di queste strutture, perché non si offrono capacità di posti auto particolarmente elevate e si libera spazio in superficie per il mezzo pubblico che diventa, così, più efficiente, appannaggio dell'utenza di passaggio.





È chiaro che si sta parlando di strutture destinate esclusivamente al ricovero di veicoli, assolutamente prive di spazi commerciali! In molte città estere o anche italiane, spesso, non si percepisce neanche la presenza dei parcheggi interrati, pur molto diffusi: appaiono come piazze o strade estremamente ordinate ed arredate, senza sosta di auto in superficie, dove gli unici elementi che li denunciano sono le rampe di ingresso/uscita e l'ascensore.
Comprensibile che l'esperienza del parcheggio Europa possa aver trasmesso ostilità nei confronti di questa tipologia di strutture, perché si è trattato di un cantiere che si è trascinato per anni e con la realizzazione di (inutili?) spazi commerciali a discapito della piazza stessa. Chiaramente un caso da non ripetere.
È pure evidente, infine, che la localizzazione di questi parcheggi riguarda al massimo aree in prossimità del centro, perché nessuno si sogna di realizzare parcheggi interrati in piazza Duomo o in piazza Università, ad esempio. Oltretutto ci si augura una sempre più crescente pedonalizzazione del centro storico (ma non soltanto).
In conclusione si ritiene che i parcheggi interrati, realizzati con i giusti criteri, non solo non siano dannosi, ma possano rivelarsi -anzi- estremamente utili, insieme con il miglioramento del trasporto pubblico locale, l'incremento delle piste ciclabili e delle pedonalizzazioni. La strada della concertazione e del confronto con le forze sociali e professionali è giusta e, se scevra di pregiudizi, può legittimamente portare a riconsiderare la validità di un piano di parcheggi interrati in città, con le dovute attenzioni, valutando ogni specificità.

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