Impiegando foto già pubblicate qui su Urbanfile, foto del servizio del Corriere del Mezzogiorno e andando a spulciare tra le immagini ancora disponibili in Street View di Google, ecco un veloce confronto prima/dopo di piazza Galatea, interessata da lavori di riqualificazione ormai conclusi da alcuni giorni, inaugurata dal sindaco di Catania Bianco lo scorso sabato 16 agosto 2014.
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martedì 19 agosto 2014
Piazza Galatea, confronto prima/dopo
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Piazza Galatea, 95129 Catania CT, Italia
San Berillo 2014: ancora tanta strada da fare
La riqualificazione del quartiere di San Berillo è un tema scottante che ogni amministrazione che si sussegue, inevitabilmente, si propone di affrontare.
Oggi, però, siamo ancora lontani dal vedere finalmente risanata la ferita che affligge sia ciò che resta del vecchio quartiere di San Berillo, sia la parte sventrata, corrispondente all'attuale Corso Martiri della Libertà. Su quest'ultimo si attendono novità sul fronte dell'amministrazione comunale, che ha parlato genericamente di possibile revisione delle cubature private (mentre sono in corso di valutazione le opere di urbanizzazione), ma anche sul fronte dei privati, che devono avanzare le richieste di concessione edilizia per fare partire i lavori commissionati all'illustre architetto Mario Cucinella. Quest'ultimo è stato ricevuto dal sindaco Bianco, il quale ha dichiarato di essersi trovato in grande sintonia di vedute con l'architetto: una frase che fa ben sperare.
La riqualificazione di Corso Martiri della Libertà potrebbe innescare un circolo virtuoso, portando al recupero di San Berillo vecchio, naturale spazio di congiunzione tra il nuovo grande asse e la zona della cosiddetta "movida" catanese. Il sindaco immagina in quest'area, non a torto, residenze per studenti e luoghi di lavoro e commercio per artigiani ed artisti.
Intanto, questa è la situazione di San Berillo vecchio, fotografato da un tetto del quartiere, in questo torrido agosto 2014:
Oggi, però, siamo ancora lontani dal vedere finalmente risanata la ferita che affligge sia ciò che resta del vecchio quartiere di San Berillo, sia la parte sventrata, corrispondente all'attuale Corso Martiri della Libertà. Su quest'ultimo si attendono novità sul fronte dell'amministrazione comunale, che ha parlato genericamente di possibile revisione delle cubature private (mentre sono in corso di valutazione le opere di urbanizzazione), ma anche sul fronte dei privati, che devono avanzare le richieste di concessione edilizia per fare partire i lavori commissionati all'illustre architetto Mario Cucinella. Quest'ultimo è stato ricevuto dal sindaco Bianco, il quale ha dichiarato di essersi trovato in grande sintonia di vedute con l'architetto: una frase che fa ben sperare.
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Una veduta di Corso Martiri della Libertà nel progetto di Cucinella |
La riqualificazione di Corso Martiri della Libertà potrebbe innescare un circolo virtuoso, portando al recupero di San Berillo vecchio, naturale spazio di congiunzione tra il nuovo grande asse e la zona della cosiddetta "movida" catanese. Il sindaco immagina in quest'area, non a torto, residenze per studenti e luoghi di lavoro e commercio per artigiani ed artisti.
Intanto, questa è la situazione di San Berillo vecchio, fotografato da un tetto del quartiere, in questo torrido agosto 2014:
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Catania CT, Italia
martedì 12 agosto 2014
Riaperti e fruibili i marciapiedi di piazza Galatea
Sono già riaperti e fruibili i marciapiedi di piazza Galatea, allargati e dotati di nuovi filari di alberi.
Tracciata la nuova segnaletica verticale attorno alla rotatoria, resta da completare quella agli incroci con le vie che partono dalla piazza (Messina, Cervignano, Umberto) mentre è stata tracciata all'incrocio con viale Jonio.
Qualche incongruenza, si spera momentanea: alle nuove strisce pedonali che attraversano il viale Africa non corrisponde un abbattimento delle barriere architettoniche, mentre laddove le rampe sono state realizzate, non è ancora stata segnato l'attraversamento pedonale.
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Piazza Galatea, lato sud-ovest (tra via Umberto e viale Jonio) |
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Piazza Galatea, lato sud (tra via Umberto e viale Africa) |
Tracciata la nuova segnaletica verticale attorno alla rotatoria, resta da completare quella agli incroci con le vie che partono dalla piazza (Messina, Cervignano, Umberto) mentre è stata tracciata all'incrocio con viale Jonio.
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Rampa realizzata (solo da un lato) ma strisce pedonali non tracciate per l'attraversamento di via Messina ad angolo con piazza Galatea |
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Rampe realizzate ma strisce assenti all'angolo di piazza Galatea con via Cervignano |
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Rampe realizzate ma strisce assenti all'angolo di piazza Galatea con via Umberto |
Qualche incongruenza, si spera momentanea: alle nuove strisce pedonali che attraversano il viale Africa non corrisponde un abbattimento delle barriere architettoniche, mentre laddove le rampe sono state realizzate, non è ancora stata segnato l'attraversamento pedonale.
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Le strisce pedonali che collegano piazza Galatea con piazzale Oceania, attraversando le due carreggiate di viale Africa. Gradini e barriere architettoniche persistono. |
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lunedì 11 agosto 2014
Piazza Galatea, imminente l'ultimazione dei lavori di riqualificazione
Sono ormai quasi ultimati i lavori di riqualificazione di piazza Galatea, consistente nella realizzazione di una grande area verde, che funge da rotatoria, e nell'allargamento dei marciapiedi di tutta la piazza, con contestuale piantumazione di nuovi alberi (nello specifico, jacarande mimosifolia).
A breve avverrà l'inaugurazione da parte delle autorità cittadine, mentre nel frattempo lo Stallone Ferito, opera pregevole del Messina, è stato qui trasferito dalla precedente ubicazione di piazza Vittorio Emanuele III.
Va segnalato che, nonostante alcune critiche mosse da alcuni soggetti, il traffico nella piazza, con il nuovo assetto viabilistico, sembra funzionare agevolmente.
A breve avverrà l'inaugurazione da parte delle autorità cittadine, mentre nel frattempo lo Stallone Ferito, opera pregevole del Messina, è stato qui trasferito dalla precedente ubicazione di piazza Vittorio Emanuele III.
Va segnalato che, nonostante alcune critiche mosse da alcuni soggetti, il traffico nella piazza, con il nuovo assetto viabilistico, sembra funzionare agevolmente.
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Piazza Galatea, 95129 Catania CT, Italia
giovedì 7 agosto 2014
Lungomare pedonalizzato, una conquista di civiltà da difendere
Quando a giugno il lungomare di Catania è stato per la prima volta chiuso interamente al traffico, la nostra città ha fatto un importante passo verso la normalità di una grande realtà urbana europea, avvicinandosi a uno standard di civiltà e vivibilità che si spera, un giorno, potrà essere costante.
Certamente, ancora, il lungomare viene consegnato ai pedoni e ai ciclisti una sola volta al mese e ciò è giustificato sia dall'impossibilità di poter disporre maggiormente -almeno per il momento- del personale municipale necessario, sia dal non poter contare ancora, ahinoi, dell'arteria di scorrimento alternativa, da completare, per la quale si attendono i fondi.
In ogni caso, l'appuntamento mensile con la "normalità del futuro" è una conquista di civiltà che va difesa a spada tratta. La reazione della cittadinanza è stata ed è evidentemente positiva, quella dei commercianti, invece, è divisa tra favorevoli e contrari.
Bisogna ricordare che in diverse grandi città d'Italia, soprattutto al nord, processi di pedonalizzazione simili, risalenti ormai a più di venti anni fa (la Sicilia arriva sempre in ritardo), furono inizialmente contestati e osteggiati dai commercianti coinvolti, ma nel medio-lungo termine la rivalutazione degli spazi urbani interessati è stata tale, insieme con l'apprezzamento di cittadini e turisti, che oggi nessuno si sognerebbe di tornare indietro.
Fa male leggere commenti, volti a riconsiderare o ridimensionare la chiusura al traffico, in cui si dice che "non si può cambiare la mentalità del catanese" o che "è inverosimile chiudere al traffico in inverno perché Catania non è preparata", espressi dal presidente provinciale Fipe Confcommercio, come apprendo da La Sicilia del 7 agosto. Innanzitutto non si può generalizzare, perché sono tanti i catanesi che, invece, apprezzano moltissimo un'iniziativa come questa. Inoltre, se è pur vero che ci sono tanti catanesi ancora schiavi del mezzo privato e che preferiscono parcheggiare (possibilmente in doppia fila…) nelle immediate vicinanze dei locali di destinazione, non si può negare che il compito di una buona amministrazione comunale è quello di educare e indirizzare i suoi cittadini verso le migliori soluzioni e non, invece, assecondare le cattive abitudini.
Auspico che il lungomare pedonalizzato, in attesa di poter essere una scelta definitiva, diventi una tradizione consolidata della nostra città, anche invernale. Non giudico positivamente la proposta, letta in più occasioni, di lasciare due corsie aperte al traffico: il piacere di godere del lungomare sta anche nel poter respirare a pieni polmoni, senza dover inalare gas di scarico e sentire i rumori dei motori. Catania, come tutte le città, saprà abituarsi alla novità e col tempo, ne sono certo, l'apprezzamento sarà collettivo: per giungere a questo risultato, però, non ci si può tirare indietro.
Certamente, ancora, il lungomare viene consegnato ai pedoni e ai ciclisti una sola volta al mese e ciò è giustificato sia dall'impossibilità di poter disporre maggiormente -almeno per il momento- del personale municipale necessario, sia dal non poter contare ancora, ahinoi, dell'arteria di scorrimento alternativa, da completare, per la quale si attendono i fondi.
In ogni caso, l'appuntamento mensile con la "normalità del futuro" è una conquista di civiltà che va difesa a spada tratta. La reazione della cittadinanza è stata ed è evidentemente positiva, quella dei commercianti, invece, è divisa tra favorevoli e contrari.
Bisogna ricordare che in diverse grandi città d'Italia, soprattutto al nord, processi di pedonalizzazione simili, risalenti ormai a più di venti anni fa (la Sicilia arriva sempre in ritardo), furono inizialmente contestati e osteggiati dai commercianti coinvolti, ma nel medio-lungo termine la rivalutazione degli spazi urbani interessati è stata tale, insieme con l'apprezzamento di cittadini e turisti, che oggi nessuno si sognerebbe di tornare indietro.
Fa male leggere commenti, volti a riconsiderare o ridimensionare la chiusura al traffico, in cui si dice che "non si può cambiare la mentalità del catanese" o che "è inverosimile chiudere al traffico in inverno perché Catania non è preparata", espressi dal presidente provinciale Fipe Confcommercio, come apprendo da La Sicilia del 7 agosto. Innanzitutto non si può generalizzare, perché sono tanti i catanesi che, invece, apprezzano moltissimo un'iniziativa come questa. Inoltre, se è pur vero che ci sono tanti catanesi ancora schiavi del mezzo privato e che preferiscono parcheggiare (possibilmente in doppia fila…) nelle immediate vicinanze dei locali di destinazione, non si può negare che il compito di una buona amministrazione comunale è quello di educare e indirizzare i suoi cittadini verso le migliori soluzioni e non, invece, assecondare le cattive abitudini.
Auspico che il lungomare pedonalizzato, in attesa di poter essere una scelta definitiva, diventi una tradizione consolidata della nostra città, anche invernale. Non giudico positivamente la proposta, letta in più occasioni, di lasciare due corsie aperte al traffico: il piacere di godere del lungomare sta anche nel poter respirare a pieni polmoni, senza dover inalare gas di scarico e sentire i rumori dei motori. Catania, come tutte le città, saprà abituarsi alla novità e col tempo, ne sono certo, l'apprezzamento sarà collettivo: per giungere a questo risultato, però, non ci si può tirare indietro.
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